Oggi vi recensisco un libro giapponese letto di recente. Si tratta di "La ragazza del convenience store", di Murata Sayaka.
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Titolo: La ragazza del convenience store Autore: Murata Sayaka Editore: Edizioni e/o Prezzo libro: 13,80€ Prezzo ebook:11,99€ |
La trentaseienne Furukura Keiko è single e molto introversa. È sempre stata una ragazza strana, ragion per cui ha deciso di provare a conformarsi alle aspettative della società e della famiglia abbandonando gli studi per lavorare in un konbini, un piccolo convenience store giapponese aperto 24/7. E qui che è impiegata da diciotto anni, con un contratto part-time. I suoi genitori e le poche amiche d'infanzia sono preoccupati per lei e sperano che presto o tardi possa sistemarsi e mettere su famiglia. Keiko, però, sembra incapace di adeguarsi alla norma, si è sempre comportata "in modo diverso", per usare un eufemismo. Ed è con questo spirito anticonformista che paradossalmente affronta ogni cosa nell'universo circoscritto del konbini, al quale si consacra nella maniera più assoluta. Il suo posto nel mondo lo ha trovato proprio qui, dove tutto accade come se fosse scritto in un manuale ed è sufficiente attenersi alle regole per essere efficiente, la migliore commessa possibile. Finché non incontra Shiraha, un nuovo e strambo collega trentacinquenne in cerca di moglie, il quale è convinto che il mondo si sia fermato all'epoca preistorica... Per Keiko potrebbe trattarsi dell'occasione per lasciare il suo amato konbini e creare finalmente una famiglia, soddisfacendo le aspettative dei suoi cari? O il mondo del konbini, con le sue precisissime regole e il suo singolare valore simbolico, avrà la meglio?
Recensione:
Keiko è una ragazza particolare: non riesce ad essere come tutti gli altri appartenenti alla società giapponese.
E' insensibile quando dovrebbe esserlo, non interessata a crearsi una carriera degna di questo nome, non interessata a trovare un partner e creare una propria famiglia.
Non riesce a conformarsi alle regole della società. Tranne che nel Konbini.
Il Konbini è un negozio aperto 24/24, per 365 giorni l'anno. Ha un regolamento ben preciso, che va dai saluti, agli inchini, alle frasi da rivolgersi ai clienti, dalla sistemazione dei prodotti in offerta sugli scaffali ecc.
Keiko si presenta al Konbiki il giorno di apertura e presenta la sua candidatura. La prendono subito e inizia a lavorarci part time mentre ancora studia. E finiti gli studi resta lì part time, con un contratto a tempo determinato.
Ne sono passati tanti di anni e tutti continuano a farle solo due domande: "Quand'è che ti sposerai?" e "Non dirmi che lavori ancora part time al Konbini! Quando ti troverai un lavoro serio?"
Ho trovato frustrante queste domande, immedesimandomi con Keiko e con i suoi sentimenti!
Che male c'è a tenersi stretto lo stesso lavoro che adori dopo più di 15 anni?
Diciamoci la verità, non tutti hanno la fortuna di fare un lavoro amandolo, con tanta passione e devozione.
Keiko si sente felice solo lì, si sente sicura, professionale. Quindi che male c'è?!
Certo, una cosa non l'ho capita.
Se Keiko lavora lì da più di 15 anni ed è, come tutti le ripetono, un'ottima impiegata, una a cui ispirarsi, perchè continua ad avere un contratto a tempo determinato?! Eppure ce ne sono altre di impiegate a tempo indeterminato. E poi, perchè se lavora part time, nel libro si ripete più volte che tranne i 2 giorni di riposo, si sveglia ogni mattina all'alba per andare al lavoro e torna la sera, avendo giusto il tempo per mangiare e andarsene a dormire? Dov'è il part time qui?
Mah, forse in Giappone funzionerà diversamente, è un punto che continuavo a non comprendere durante la lettura.
Per quanto riguarda la questione partner, Keiko non è interessata ad averne uno nella sua vita, ma è stufa di tutte le domande che continuano a farle.
E' costretta ad inventare sempre una serie di scuse che fanno acqua da tutte le parti, finché incontra Shiraha, un dipendente del Konbini che viene cacciato dopo poco perchè inadatto a seguire e rispettare le sue regole.
Shiraha è stato un personaggio insopportabile. Anche lui ha difficoltà ad adeguarsi alle regole della società, ma a differenza di Keiko l'ho trovato un vero e proprio parassita della società: non vuole lavorare, vuole solo una donna ricca che lo mantenga. Non è come Keiko, che ha molta voglia di lavorare anche se per un lavoro mal visto da tutti, e che le permette di mantenersi da sola.
E', ripeto, un parassita.
Keiko si convince che Shiraha può essere la soluzione a tutti i suoi problemi: con un matrimonio di convenienza nessuno le farebbe più domande, e agli occhi di tutti avrebbe finalmente una famiglia, sarebbe finalmente una persona normale.
Ma ce la farà a portare avanti una relazione con un uomo del genere, che vuole farla diventare come tutti e rifiutandosi di diventarlo lui stesso?! Oppure il Konbini, con la sua logicità e razionalità sarà un richiamo a cui Keiko non riuscirà a resistere?!
E' stata una lettura interessante, anche se decisamente particolare e anche leggermente frustrante.
E' comunque una lettura breve, quindi la frustrazione è sopportabile!
Se vi capita dategli uno sguardo!

Murata Sayaka è nata nel 1979 nella prefettura di Chiba. Debutta come scrittrice nel 2003 con il racconto Ju’nyū (L’allattamento), che si guadagna il premio Gunzō. Nel 2009 si aggiudica il premio Noma per esordienti, con Gin iro no uta (La canzone d’argento) e nel 2013 il premio Mishima con Shiro iro no machi no, sono hone no taion no (Il bianco della città, delle ossa e della temperatura corporea). Nel 2014 ottiene il premio Sense of Gender con Satsujin shussan (Parti e omicidi) e nel 2016 il premio Akutagawa con La ragazza del convenience store, ispirato alla sua storia personale di commessa presso un konbini.
Voto: 2,5/6
Alla prossima recensione!
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